In risposta a questo comando, che può essere impartito anche con un segnale convenzionale sostitutivo della parola (ad esempio da un particolare fischio o da un gesto del braccio) ogni cane dovrebbe reagire prontamente accorrendo ai piedi del padrone da qualsiasi distanza e subito pronto a farsi legare.
La sua utilità è del tutto evidente: guai se il cane invece di accorrere dovesse continuare imperterrito la sua azione o, una volta arrivato nei pressi, dovesse evitare di farsi prendere.
L’essere non reattivo al richiamo o schivo al contatto umano può costituire un vero problema che va individuato e corretto precocemente.
Il giusto livello di reattività si raggiunge gradatamente e con appropriate tecniche.
Solo a titolo di esempio, ecco una tipica successione di passaggi:
1) A partire dall’età di transizione e fino a svezzamento completo, per abituare il cucciolo al nostro contatto ed al nostro odore, lo si maneggi sovente, assumendo atteggiamenti “morbidi” e “vezzosi”, facendogli percepire la nostra voce.
2) Iniziato lo svezzamento, si approfitti del momento della somministrazione del pasto per insegnargli ad accorrere ad un particolare segnale convenzionale. Dopo un po’ di tempo, ogni volta che ci raggiunge, si inizi a prenderlo delicatamente per portarlo laddove è stata preparata una scodella tutta per lui. Mentre mangia, lo si rinforzi sistematicamente con la parola “bravo” e con carezze. Si ripeta il processo nel corso dei giorni, valutando ogni volta la sua reazione e cercando di migliorarne i tempi.
3) Acquisita bene l’abilità, si associ il richiamo a qualcosa che gli piace fare (come ad esempio uscire o una particolare attività ludica) stando sempre ben attenti a non associare il richiamo a qualcosa che sia invece per lui spiacevole.
4) Nel perfezionamento, gli si insegni gradatamente ad interrompere qualsiasi cosa stia facendo, per accorrere prontamente al piede.