La differenza tra educare ed addestrare è sostanziale. Ambedue sono processi inalienabili nella caratterizzazione del nostro soggetto.
Durante i processi educativi, sarà soprattutto la permanenza regolare con noi che contribuirà ad aumentare la sua capacità di avere un rapporto sinergico. In questa fase il ricorso al gioco è determinante per stimolare gli istinti. Il cane imparerà a capirci, ad ascoltarci, a guardarci negli occhi, a riconoscere i nostri gesti e i nostri atteggiamenti per anticipare le nostre mosse. Si educa giorno per giorno. Il cane ben educato conoscerà ed interiorizzerà il significato di un maggior numero di parole funzionali per il vivere quotidiano.
Man mano che progredirà sul piano educativo, si potrà procedere alla graduale somministrazione dei processi di addestramento, badando bene a rispettare nella forgiatura dei riflessi condizionati le soglie di sviluppo della sua età evolutiva.
Poiché l’attecchimento dei processi di addestramento dipende dall’età e dal grado di maturazione raggiunto in riferimento ad un determinato stimolo, somministrare processi di addestramento quando le rispettive soglie di maturazione non sono state superate è inopportuno.
Con l’addestramento il cane arriverà a comprendere il significato dei comandi, ad interiorizzarli per eseguirli quasi in automatico.
Quando i comandi e le risposte necessarie saranno state interiorizzate correttamente, il cane inizierà ad anticipare le richieste del conduttore, con atteggiamenti standard in situazioni standard. Il cane ben addestrato è prevedibile, perché sarà prevedibile il suo comportamento standardizzato per quella determinata situazione.