Videoenciclopedia della caccia al cinghiale
Videoenciclopedia della caccia al cinghiale

Addestramento in recinto

Molti sono soliti utilizzare il recinto solo per rinforzare ed indirizzare l’impeto del cane verso il cinghiale, tralasciando di sviluppare, controllare e raffinare contestualmente ogni altro aspetto tecnico.

 

Ma poiché per costruire bene un ausiliare è opportuno lavorare su tutta la sfera formativa, ecco che proprio il recinto diviene la migliore palestra dove affrontare, in modalità controllata e protetta, un completo ed approfondito  itinerario di addestramento e di caratterizzazione (ad eccezione della caratterizzazione da tracciatore,  per la quale l’attività  in recinto è in genere deleteria, a causa dell’eccessiva sovrapposizione delle tracce).

Nel lavoro in recinto si procede sempre  “step by step”, senza lasciarsi prendere la mano dalla fretta e dall’impazienza. Ogni step deve essere raggiunto ordinatamente, con cura, consolidando poi sul terreno di caccia i risultati ottenuti.

A titolo esemplificativo, ecco uno dei percorsi specifici per il perfezionamento in recinto del cane idoneo al lavoro da singolo su cinghiale. Prendiamo come sempre a riferimento questa tipologia di soggetto, in quanto, raccogliendo in sé la completezza di una caratterizzazione a tutto tondo, meglio di ogni altro si presta come modello.

 

  • Primo step

Dando per scontato che il cane abbia già rivelato  un accettabile interesse verso il cinghiale, il lavoro in recinto inizierà perfezionando la sua capacità  di stare  bene in pugno  anche su forti emanazioni.

Durante il preliminare giro di perlustrazione, si inizi facendolo  camminare al piede, slegato, verificando ed affinando la sua modalità di riposta ai comandi di base: reazione al nome, al fischio, al richiamo ecc.

Non gli si consenta mai di avere il sopravvento, né lasciandosi trasportare dall’impeto, né allontanandosi di propria iniziativa.

 

  • Secondo step

Rilevata un’emanazione utile, guidando e modulando  il suo impeto, lo si aiuti ad  accostare fino alla prima segnalazione a fermo.

 

  • Terzo step

Il soggetto, che deve essere caratterizzato  verso un abbaio solido e senza soluzioni di continuità, una volta entrato in contatto con il cinghiale sarà rinforzato, ma senza eccessi,  facendo in modo che comprenda bene che sta compiendo  il  lavoro giusto.

Per quello da caratterizzare invece per l’esecuzione del pendolo, sarà necessario porre in atto una procedura un po’ più complessa: dopo qualche abbaio a fermo, lo si richiami  al piede   (i  più esigenti richiedono il seduto),  lo  si leghi e lo si rinforzi.

E’ opportuno, almeno all’inizio, fargli ripetere “l’elastico” più volte,  riprendendo sistematicamente con lui il contatto fisico: toccandolo semplicemente  o addirittura legandolo ogni volta.

Molta attenzione andrà posta nel fargli  comprendere che il rinforzo è motivato dal fatto che ha compiuto correttamente l’intera  procedura e non già perché ha abbandonato il cinghiale.

 

  • Quarto step.

Quando avrà ben consolidato il livello precedente, si passi ad insegnargli a comportarsi nel modo corretto durante la manovra di avvicinamento del conduttore: per la forzatura o per il tiro.

La forzatura presenta aspetti meno articolati. E’ meglio ricordare ancora una volta che a forzare il cinghiale non deve essere mai il cane (neanche nella normale attività di caccia).

Nella forzatura, che comporta l’aggiramento della lestra per porci con il vento favorevole al cinghiale, gli si insegni solo ad assecondare i nostri movimenti. Insegnargli invece  l’atteggiamento corretto da tenere  durante il nostro avvicinamento per il tiro  è un po’ più complesso.

In particolare il cane dovrà imparare:

a) a restare sempre con il vento a lui favorevole.

b) ad abbaiare collocandosi sempre tra il noi ed il cinghiale ( questo dipende dalla posizione corretta che noi stessi abbiamo assunto);

c) a restare sempre in posizione dominante rispetto al cinghiale:  mai a valle su terreno scosceso;

d) a guardarci sovente, per controllare la nostra  posizione e rispondere ai nostri comandi impartiti con cenni e sibili;

e) a fuggire verso di noi  in caso di attacco.

 

Niente più del lavoro in recinto consente di arrivare ad un così alto livello di specializzazione. Il piacere che deriva dall’utilizzo  a caccia di un cane sottoposto ad un dressaggio avanzato è sommo; l’abbattimento diviene a volte solo un atto dovuto.

 

Autori:

  • Franco Serpentini

Collaborano:

Ghermire una vita, a qualsiasi specie animale appartenga, è sempre un atto di responsabilità estrema e, o lo si compie con bestiale inconsapevolezza, cosa che non ci rende uomini, o ci si interroga ed allora bisogna darsi risposte profonde.
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