Normalmente, nel linguaggio tecnico, vengono definiti:
Per esigenze di chiarezza, riteniamo utile effettuare un semplice adattamento terminologico, definendo rinforzo: il premio, e semplicemente correzione: il rinforzo negativo.
Sempre in tema di rinforzi, va inoltre ricordato che:
A volte può essere necessario creare ad arte situazioni in cui l’evento correttivo si svolga nel suo ciclo completo; esempio:
Il cane utilizza le fauci non solo per nutrirsi, ma anche per relazionarsi con il mondo circostante. E’ possibile usare anche questo complesso canale sensoriale per consolidare nel cane l’interiorizzazione della parola “bravo”. Ogni volta che il cucciolo eseguirà correttamente un’azione, si assumerà con lui un atteggiamento vezzoso e, pronunciando ripetutamente la parola <<bravo>> con tono suadente, lo si accarezzerà consentendogli di prendere la nostra mano tra i denti. Ne sarà profondamente gratificato in quanto percepirà meglio tutta la fiducia che riponiamo in lui.
Questo metodo va però usato bene e per poco tempo, per non generare brutte abitudini. Una volta ottenuto lo scopo va accantonato.
Il cane andrebbe abituato sin da cucciolo al contatto fisico del suo padrone. I soggetti che lo rifiutano in genere evidenziano pesanti tare caratteriali, mentre quelli che lo cercano fanno risaltare la propria capacità di relazionarsi positivamente. Ma il nostro amico deve imparare precocemente anche a stare al suo posto. Tutti i rinforzi fisici vanno sempre somministrati con parsimonia ed in modo molto equilibrato. Le pacche sul costato, associate alla parola <bravo>> sono sempre molto significative e consentono nello stesso tempo di mantenere un giusto atteggiamento autorevole ed un po’ distaccato.
Perchè non il bocconcino come rinforzo!
Il cane da caccia deve trovare la sua unica soddisfazione nel compiacimento del proprio conduttore per il suo lavoro.
Il cane è felice quando il padrone è soddisfatto di lui.
Il bocconcino velocizza il processo di condizionamento, ma induce il cane a lavorare con la finalità di riceverlo e non per il compiacimento del suo conduttore. Rinunciare al bocconcino come rinforzo richiede un po' più di pazienza ma alla fine determina la formazione di soggetti di gran lunga più sinergici.