SELEZIONE e CONTROLLO
Sono due concetti diversi, ma ambedue dovrebbero coesistere nell’attività di prelievo.
Il termine “controllo” viene spesso sostituito dal termine “contenimento” , ma quest’ultimo costituisce una degenerazione terminologica e concettuale del primo.
Il “contenimento” gestisce solo l’emergenza numerica della specie, esso esprime in sommo grado il fallimento della progettualità gestionale.
L’EMERGENZA CINGHIALE
Consistenti sono i danni che questa specie può arrecare alle colture, ai terreni silvo-pastorali e all’ecosistema di un intero territorio, qualora la sua densità superi la soglia di tollerabilità per indice di superficie .
La scarsa lungimiranza legislativa, progettuale e gestionale hanno fatto sì che, soprattutto in alcune regioni, il cinghiale venga visto come un problema e gestito quasi esclusivamente in costante emergenza.
Ma il cinghiale è una risorsa, e non deve trasformarsi in un problema!
GESTIONE DELLA SPECIE CINGHIALE
Il sistema organizzativo determinato dall’attuale legislazione sulla caccia, i calendari venatori di molte regioni e regolamenti specifici poco attenti, presuppongono in genere modalità organizzative e tempistiche dell’attività venatoria tali da determinare di fatto la seguente situazione:
A) Periodo di caccia chiusa (in genere 9 mesi l’anno): nessuna attività venatoria; la specie prolifera. Azioni di contenimento effettuate quasi esclusivamente in emergenza (in genere su segnalazione dei danni, ma alla segnalazione il danno è già stato fatto e quindi già da risarcire ndr). Modeste ed onerose opere preventive di dissuasione a protezione delle colture: recinzioni, colture a perdere ecc. Scarsissimi interventi di prelievo programmato con finalità gestionali.
B) Attività di caccia aperta (in genere 3 mesi l’anno): intensa attività venatoria utilizzando quasi esclusivamente tecniche scarsamente selettive: battuta, cacciarella, braccata; quindi attività di prelievo indiscriminato senza nessuna finalità di miglioramento della specie. Pochissime realtà consentono l’utilizzo di tecniche selettive come girata e caccia a singolo anche a caccia aperta; nessuna consente il treppiede e la cavalletta.
E’ questo stato di cose a determinare di fatto l’emergenza. Il sistema è arcaico e si basa sulla vecchia concezione che la specie cinghiale proliferi in un “periodo di riproduzione” ben determinato. Ma questo era vero un tempo, epoca in cui la specie, con bagaglio genetico autoctono, era relegata quasi esclusivamente in ambienti boscosi. Successivamente, sia a causa delle ibridazioni sia per i nuovi equilibri ecologici, la specie ha dilagato in abbondanza anche nei coltivi, a ridosso dei centri antropizzati. Nei coltivi, in virtù dell’abbondanza di cibo facilmente reperibile, ha iniziato a “stanzializzarsi” , aumentando nel contempo la prolificità anche in termini di epoche della filiazione. I danni conseguenti sono: devastazioni alle colture, sopraffazione di altre specie selvatiche, incidenti d’auto ecc.
UN SISTEMA GESTIONALE DIVERSO
Si immagini un albero da frutto che fruttifichi 365 giorni l'anno, con tempi di maturazione dei frutti graduale. Si tratterebbe di raccogliere dall'albero, tutto l'anno, solo i frutti che man mano arrivino a maturazione, selezionandoli accuratamente tra quelli che invece saranno lasciati, nella giusta quantità, per la produzione di semi scelti e selezionati.
E’ questa l’immagine che si deve avere di un sistema gestionale corretto.
Una popolazione di cinghiali, che insista su un determinato territorio, va considerata come un albero che dia frutti in qualsiasi stagione; l’albero va coltivato, curato affinchè si conservi e dia sempre prodotti di qualità.
Non più una raccolta indiscriminata per pochi mesi l’anno dunque, un depredare selvaggio ed ignorante, ma un prelievo accurato e mirato sulla base di parametri prestabiliti scientificamente, sia in termini di densità tollerabile da un determinato territorio, sia in termini di qualità della popolazione.
LE TECNICHE DI PRELIEVO
Ma perché una corretta gestione sia attuabile, è necessaria grande competenza nel saper selezionare e scegliere i capi da prelevare e, soprattutto, è necessario saper usare correttamente le tecniche opportune, quelle cioè che consentono di operare una selezione effettiva ed accurata.
Le tecniche collettive per il selecontrollo
Le tecniche individiali per il selecontrollo