I cani selettivi sulla specie di selvatico sono sempre ricercatissimi, perché sappiamo bene quanta disperazione determinano quelli che perdono la ragione.
Sperare che il cane non incroci mai una traccia calda di capriolo, di volpe o altro, è pura utopia. E’ più opportuno, invece, far si che il nostro ausiliare conosca al più presto gli altri selvatici, imparando però a rifiutarli con decisione.
Per poter intraprendere il processo di addestramento al rifiuto, è importantissimo aver lavorato preventivamente sulla capacità di reazione immediata all’ordine di interruzione di un’azione scorretta. E’ attraverso l’ordine di interruzione, impartito in modo deciso e pungente, che riusciremo a fargli comprendere che deve trascurare animali diversi.
La buona riuscita dell’insegnamento presuppone, è ovvio, anche la nostra capacità di distinguere immediatamente e senza ombra di dubbio una traccia anomala.
Per essere efficaci nella correzione, è indispensabile intervenire nel momento esatto in cui il cane entra in emanazione e non già quando si è lasciato andare. Somministrare un input correttivo quando il cane torna appagato da una seguita lacerante, ad esempio al capriolo, è perfettamente inutile, se non peggiorativo, perché il cane inizierà a ritenere spiacevole il rientro.
Un buon metodo è creare ad arte situazioni nelle quali l’intervento correttivo possa essere capito inequivocabilmente dal nostro soggetto. Si può, ad esempio, portarlo legato sulla traccia di un capriolo precedentemente visto al pascolo, correggendolo non appena entra in emanazione, per portarlo subito dopo su una traccia fresca di cinghiale, rinforzandolo non appena mostra interesse.
Orme fresche di cervo maschio. Il cervo è per il cane da cinghiale un’attrattiva irresistibile che lo porta lontano. Per il canettiere il cervo ed il capriolo sono una vera disperazione. Tirare al cervo, al capriolo, alla volpe o al lupo davanti ai cani in seguita non risolve il problema, ma lo amplifica; se lo si fa, da lì in poi andrà sempre peggio.