Non è sempre facile ed immediato distinguere una traccia fresca da una vecchia. Se il terreno e particolarmente favorevole, e se le condizioni climatiche sono propizie, la traccia può conservarsi apparentemente integra per alcuni giorni. Le cose possono poi complicarsi ulteriormente quando l’emanazione vecchia persiste nei punti più favorevoli per la sua conservazione, mentre le interferenze attenuano o cancellano quella nuova nei tratti più esposti.
In tutti i casi in cui il groviglio nuovo si sovrappone a quello vecchio, e con esso si confonde, solo l’esperienza, un cane bravo ed un occhio molto allenato possono toglierci dai pasticci.
Quando diviene necessario l’occhio del conduttore, in supporto al lavoro del cane, gli “indicatori” che possono fornire informazioni utili per la valutazione o per la discriminazione dei grovigli sovrapposti sono moltissimi: la tela di ragno, il grado di appassimento di un filo d’erba schiacciato, i bordi ed il fondo dell’impronta, del fango sulle frasche, l’acqua torbida di un insoglio ecc. La loro corretta interpretazione richiede, però, sempre grande esperienza.
Orma vecchia di tre giorni, impressa su terreno pianeggiante e sabbioso da una scrofa adulta. Per valutare correttamente l’orma, è determinante considerare i fattori che ne possono accelerare o rallentare il processo di deterioramento. Nella foto si osservino i bordi ancora molto netti. In condizioni climatiche ideali (assenza di vento e di sole, moderata umidità mattutina) è facile sbagliare la valutazione visiva.
Se la valutazione qualitativa della traccia ha inizio dall’analisi della prima orma reperita, può essere indicativo stimare anche il grado di appassimento di eventuali fili d’erba strappati e schiacciati al suo interno. Nella foto l’orma di una scrofa incinta (valutazione tipologica). Si notino le punte molto allargate e gli unghielli ben impressi.