In cani non andrebbero lasciati in montagna neanche una notte senza padrone.
Se si vuole evitare lo stress dell’attesa quando sconfinano, è un obiettivo di grande rilievo riuscire ad inserire in equipaggio solo soggetti
che non abbiano nessun problema di rientro. Nonostante ciò, è impensabile averli costantemente sotto controllo, soprattutto se sono segugi da spinta.
Ecco alcuni accorgimenti utili per recuperarli quando vanno fuori mano.
- I moderni localizzatori satellitari (GPRS) consentono di individuare la posizione del cane perso con precisione, favorendone
il celere recupero.
- Se non si è scelto l’uso del GPRS, quando i cani escono dal nostro raggio d’azione bisogna aspettarli
nel punto esatto dove sono stati slegati. Se ci si allontana, si deve lasciare sul posto un oggetto che riconoscano come loro o nostro: cassetta di trasporto, tappetino della cuccia, giaccone ecc..
E’ probabile che si fermino lì ad aspettare.
- E’ assolutamente sconsigliato chiamarli da punti diversi e molto distanti l’uno dall’altro. Molti hanno la pessima abitudine
di chiamare i cani persi cambiando continuamente posizione con l’auto. Così facendo si innesca un circolo vizioso, che li disorienterà stremandoli e costringendoli a cercare di raggiungere il padrone
ogni volta in posti diversi, magari attraversando intere vallate (e strade pericolose) senza mai riuscirci.
- Se ci si sposta per chiamarli, è meglio farlo a piedi, creando tracce olfattive che convergano tutte nello stesso punto. In
questo caso è meglio rinforzare la traccia portando al guinzaglio un altro cane familiare ai soggetti persi.