Le mute che non hanno ben strutturate e stabili dinamiche relazionali non sono in grado neanche di condividere al meglio le azioni venatorie.
Gli equipaggi con dinamiche relazionali continuamente in discussione assumono anche a caccia atteggiamenti che un occhio esperto sa ben riconoscere e valutare.
La stabilità della scala sociale del gruppo, se associata ad uno spiccato livello di performance di ogni individuo durante l’azione venatoria, è sicuramente la miglior condizione.
Non è corretto pensare che le situazioni che si generano nel box siano avulse e non lascino tracce poi a caccia.
E’ soprattutto in canile che la muta mette in atto il particolarissimo intreccio di atteggiamenti al fine di definire e stabilizzare la propria scala gerarchica.
Soggetti dominanti nei box, che pur rispecchiando precisi standard di caratterizzazione rendano precarie e turbolente le dinamiche relazionali, possono anche destabilizzare una muta se non individuati e se la loro funzione non è ben gestita.
Ogni elemento che, seppur bravo, destabilizza il delicato equilibrio di un organismo perfetto quale deve essere la muta, va immediatamente sostituito.
Allo stesso modo occorre porre sempre molta attenzione nell’introdurre un nuovo soggetto, valutando l’impatto che determina sul resto dei componenti, monitorandolo costantemente per seguirne con attenzione gli sviluppi, le reazioni e la scalata sociale.