Videoenciclopedia della caccia al cinghiale
Videoenciclopedia della caccia al cinghiale

L'abbaiatore a fermo (o cane di contatto)

Sovente accade  di ascoltare  certi canettieri che sembrano quasi vantare i propri ausiliari per il numero degli incidenti subiti  nel contatto con il cinghiale. Come se la temerarietà  fosse un parametro per valutarne la bravura. 

Le cicatrici rilevabili sulla pelle del cane, al di là dell’essere indice di quanto sia costato il veterinario, possono  avere una duplice valenza: indicare che il soggetto è stato sfortunato,  ma che è ormai stabilizzato (cosa meno probabile) o che siamo dinnanzi ad un cane troppo aggressivo.

In ogni caso  un cane che si fa “toccare” spesso (o che va a “toccare”) non è certamente da esaltare. Viceversa è uno dei soggetti da escludere il più in fretta possibile, in quanto solito mettere a rischio se stesso ed i suoi compagni. Sappiamo bene quanto  un soggetto incosciente spinga i più giovani ed irruenti  ad emularlo ed a buscarle di santa ragione. 

Ogni muta da braccata, per essere completa, deve avere almeno un elemento caratterizzato come dominante nella fase di abbaio a fermo. I suoi atteggiamenti equilibrati contribuiranno  a regolarizzare i toni e gli impeti dei compagni.

Anche l’espressività del suo movimento, la posizione nella quale si colloca rispetto al selvatico, al conduttore ed al terreno d’azione sono aspetti importanti, da valutare e da plasmare. 

Godere delle performance di un abbaiatore a fermo di classe è qualcosa di sublime, che a volte fa persino dimenticare la necessità di concludere l’azione con una precisa stoccata.

 

Autori:

  • Franco Serpentini

Collaborano:

Ghermire una vita, a qualsiasi specie animale appartenga, è sempre un atto di responsabilità estrema e, o lo si compie con bestiale inconsapevolezza, cosa che non ci rende uomini, o ci si interroga ed allora bisogna darsi risposte profonde.
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