Il termine sagacia ha anche altri significati,
come per esempio la “capacità di capire e risolvere situazioni”. Sinonimi ne sono: acume, perspicacia.
In cinegetica, al di là di ciò che riportano
erroneamente alcuni testi, è più corretto intendere con il termine “sagacia” la capacità nel cane di associare funzionalmente la portata olfattiva all’intelligenza e all’esperienza (nell’uomo
intelligenza-conoscenza-esperienza).
La sagacia si manifesta per esempio nel cane
nell’atto di districare un groviglio o nel trovare
l’uscita da una pastura, nel riconoscere il verso corretto della traccia, nel riconoscere una dritta, ed altro.
Nei segugi da lepre la sagacia è tra i primi parametri di cui si tiene conto in sommo grado, sempre nell’ambito delle rispettive caratterizzazioni dei soggetti. Si pensi per esempio al cane che
arriva sulle doppie della lepre, le riconosce e le appalesa con comportamenti fisici e vocali del tutto specifici, e sa a quel punto elaborare il dato e mettere a frutto la propria esperienza
finalizzandola allo scovo.
Il cane dotato di scarsa sagacia è viceversa quel soggetto che, seppur dotato di grande olfatto, scarseggia in intelligenza o in esperienza, o in entrambe, non riuscendo ad elaborare il dato
olfattivo per portare a compimento l’azione. Si pensi ad esempio ad un soggetto dotato di grande naso, tanto da rilevare la più flebile emanazione, ma che non sa seguire il filo.
L’olfatto si appoggia esclusivamente sulle peculiarità naturali del soggetto; la sagacia sulla sua intelligenza (in parte dote naturale) e sull’esperienza (formazione).
Allo stesso modo non è detto che cani molto generosi di voce si rivelino poi soggetti dotati di sufficiente sagacia. E questo i nostri vecchi maestri lo sapevano bene. Anzi a volte è proprio il
contrario, come per l'uomo: "chi troppo chiacchiera poco pensa". Il cane sagace è di solito un cane parco, riflessivo, che sa elaborare correttamente il dato olfattivo e che segna vocalmente solo a
ragion veduta.