Varie possono essere le performance del cane una volta che ha “centrato” il cinghiale nella lestra. Alcune spontanee, altre indotte dall’addestramento.
Ma qualunque sia il livello di caratterizzazione raggiunto per questa fase, durante l’abbaio a fermo il cane dovrà saper tenere tutti quei comportamenti idonei a far sì che il suo padrone possa eseguire correttamente la manovra di avvicinamento, per collocarsi nella posizione giusta ai fini del tiro o della forzatura.
Durante l’abbaio a fermo il conduttore, dal canto suo, deve essere in grado di interpretare il suo cane, così da capire le intenzioni ed i movimenti del selvatico per anticiparne le mosse.
Il cane che durante l’abbaio a fermo accorcia troppo la distanza, per andare a prendere contatto visivo o addirittura fisico con il cinghiale, avrà e darà sempre dei problemi.
I soggetti che si avvicinano eccessivamente il più delle volte determinano ante tempo la rottura della lestra o le buscano di santa ragione. Parimenti daranno sempre problemi quei soggetti che abbaiano troppo da lontano e fuorviano il padrone restando inchiodati anche se il cinghiale si è già sottratto in silenzio da tempo.
Perché l’atteggiamento durante l’abbaio a fermo sia corretto, il cane dovrà saper porre in atto almeno le seguenti strategie:
Insegnare al cane ad assumere il giusto atteggiamento, la giusta posizione e ad eseguire i movimenti corretti è meno complesso di quanto si possa credere. Occorre però iniziare a lavorarci già dalle prime fasi di addestramento, in recinto e con esercizi specifici; il cane ovviamente deve essere quello giusto.
L’ausiliare ben caratterizzato per l’abbaio a fermo è quello che favorisce la manovra di avvicinamento del suo conduttore ai fini della localizzazione del selvatico nella lestra. I cani che abbaiano al vento, tenendosi troppo alla larga, e che poi non accostano, dimostrano di aver eccessivo timore.