Contrariamente a quanto avviene nella battuta, qui è la compattezza il primo obiettivo, e si persegue attraverso un attento bilanciamento della muta.
L’omogeneità “monorazza”, che genera congruenza di voci e di atteggiamenti, dovrebbe essere una condizione imprescindibile, ma resta per molti canettieri ancora un traguardo da raggiungere.
La seguita in braccata deve essere agile, filiforme, ben vocalizzata. Le razze francesi da grande spinta offrono spettacoli impagabili, soprattutto nelle selve d’alto fusto.
Una volta mosso l’animale, al canettiere non resta che portarsi su un punto alto, per godersi dalle retrovie l’inseguimento dei suoi cani, sperando che ogni componente della muta faccia fino in fondo il proprio dovere.
Il rebuffo è motivo di “vergogna”, lo si previene con un’attenta selezione a monte, scartando immediatamente quei soggetti che ci incappano (il rebuffo è l’errore commesso dal cane in seguita, allorquando ribatte alla rovescia la traccia calda del cinghiale). In testa alla muta è determinante collocare sempre un cane ben caratterizzato e trainante, che si porti subito in avanti e risolva velocemente ed a testa alta i falli.