La battuta è una tecnica utilizzata prevalentemente in territori dalla vegetazione forte e chiusa, come la Macchia mediterranea. In territori simili la seguita deve essere per forza di cose sempre molto tenace.
Veloce e diretta all’inizio, durante il tragitto può lasciare spazio ad una distanza di contatto più ampia, perché, essendo il tiro prevalentemente frontale, è bene che i cani non rischino di essere colpiti trovandosi subito dietro il cinghiale.
Il numero dei cani impiegati è sempre molto elevato e la loro voce si mescola con quella dei canai, che urlano a perdifiato per evitare che i cinghiali sforino nelle retrovie.
La battuta è l’unica tecnica nella quale è auspicabile la frammentazione degli equipaggi in seguita. Se ogni frammento spinge animali diversi, sono garantiti traiettorie ed impatti plurimi in più punti della chiusa, cosicché più poste possono tirare.
Il vero re della battuta è il meticcio, di origine, tipologia e colore indefinibile. Il segugio maremmano ne è l’espressione eccelsa in Toscana, ma sta prendendo piede anche nella altre tecniche e nel resto d’Italia. La selezione sapiente di linee di sangue incredibilmente impavide e resistenti ne ha fatto un ausiliare eccellente. Il suo recente addolcimento, rincorso forse in nome di una più ampia commercializzazione della razza, sta a nostro avviso un po’ compromettendo le linee di sangue storiche, che erano in mano a pochi eletti.