Cercare di servire il cane senza possedere il minimo di nozioni che consentano di effettuare la manovra di avvicinamento in modo tecnico, equivale a perdere sistematicamente la possibilità di sottolineare il proprio stile con un tiro impeccabile.
Ecco alcuni punti da tenere ben presenti nel momento in cui si eseguiranno le azioni propedeutiche al tiro a fermo:
Una volta che si è deciso di sparare, il tiro più efficace è sicuramente quello che va a colpire l’animale dietro l’orecchio, paralizzandolo ed uccidendolo all’istante. Ma il tiro dietro l’orecchio è come una stoccata di fioretto, richiede "classe". Lì il bersaglio è veramente minimo ed è materia da professionisti. Non la semplice e disordinata uccisione del cinghiale, dunque, ma l’esaltazione del proprio stile con un solo colpo ben piazzato è sicuramente l’obiettivo da raggiungere.
Per i grossi cinghiali ”colpiti alla sagoma” (anche se moribondi) è obbligatorio effettuare sempre il secondo tiro “etico” alla testa, salvaguardando il trofeo. Un cinghiale a terra può essere pericolosissimo, soprattutto per il cane che arriverà a morderne la carcassa. Abbiamo visto troppi cani morire trafitti dall’ultimo colpo di zanna. Ma anche il conduttore non è immune agli effetti dell’ultimo impulso vitale.
Esempio di aggiramento della lestra per il tiro a fermo in un'azione di caccia a singolo.
Notare la posizione scorretta del cane, collocato con il vento sfavorevole (in questo cane il cane aveva il cinghiale a vista) ed a valle rispetto al cinghiale.