Il recupero dei capi feriti nella caccia al cinghiale, così come in tutte le altre forme di caccia, dovrebbe essere di primaria importanza. Una concezione etica della caccia impone che nulla resti intentato pur di non lasciare selvatici feriti nel bosco.
Prima di iniziare a trattare questa importante disiplina, ecco alcuni suggerimenti utili.
Il recupero nella caccia all'aspetto da postazione fissa
Di regola il selvatico deve cadere nel punto di tiro. Un volta visto l'animale cadere, è importante non lasciarsi sopraffare dall'entusiasmo precipitandosi sul posto, ma ricaricare immediatamente l'arma ed aspettare almeno una quindicina di minuti osservando la situazione. Potrebbe infatti accadere che, dopo qualche minuto, finito l'effetto dello shock, il cinghiale, che è un buon incassatore, si rialzi e vada via. In questo caso saremo pronti e nelle condizioni di ripetere il colpo, così da non perdere l'animale.
Se invece il cinghiale non si è fermato sul colpo, prima di muoverci dalla nostra postazione fisseremo bene nella mente il punto esatto e lasceremo passare almeno quindici minuti. Trascorso tale tempo, con calma e senza fare rumori inutili, ci avvicineremo. Giunti nel punto dove abbiamo tirato, la prima cosa da fare sarà un'accurata ispezione, ricercando ogni minimo reperto lasciato eventualmente dall'animale colpito: frammenti di osso, di pelle, peli, sangue, ecc. Quindi individueremo l'inizio della via di fuga del selvatico colpito, avendo cura però di non inoltrarsi in essa per non calpestare il terreno e per non "sporcare" con la nostra emanazione quella dall'animale ferito in fuga. Segneremo quindi in modo ben visibile l'anschuss allertando la stazione di recupero che provvederà ad inviare sul posto un binomio abilitato.