Pur consapevoli che quelle che ora
scriveremo non sono regole fisse e che tanto di più ci sarebbe da dire, elencheremo sinteticamente solo alcune facili nozioni, tra le più utili per il cinegeta principiante.
- Il piede del verro si differenzia dal piede della scrofa ed è ben riconoscibile. Il verro
lascia un’impronta più tonda e chiusa in punta. Il piede della scrofa più allungata ed aperta. Se la scrofa è pregna le unghie sono ancora più divaricate a causa del peso e l’impronta degli
unghielli più marcata.
- Attenzione a non confondere il groviglio di una scrofa pregna che inizia ad isolarsi
negli ultimi giorni prima di partorire, presumendo che appartenga ad un verro. Ambedue si muovono ai margini del branco ed
in modo abbastanza simile. Occhio all’impronta per non far danni!
- Il verro nel suo errare compone raramente un groviglio e se lo fa questo è molto
ristretto. La sua traccia è perlopiù tendente al lineare. Anche le sue
escavazioni sul terreno sono differenti. Di solito mangia spostandosi e lungo il percorso si ferma solo a dettagliare alimenti particolari. Tipo di impronta e tipo di
groviglio devono aiutarci a capire a quale tipologia di animale appartiene la traccia.
- L’attività principale del solengo è quella di coprire le femmine in estro, quindi gira di
continuo alla loro ricerca. Il suo modo di alimentarsi è come un ricorrente far merenda durante un lungo e incessante viaggio solitario.
- Il verro anziano può avere al seguito uno o due (eccezionalmente tre) gregari, definiti
“scudieri”. Dal tipo di groviglio e dalle impronte che lasciano le loro unghie si può facilmente capire che, pur essendo in gruppo, non si tratta di scrofe. Raramente, ma non troppo, si possono
trovare piccoli gruppi di giovani maschi.
- L’attività principale delle scrofe e la messa al mondo e la difesa della prole. Quindi la
riproduzione e l’alimentazione sono le loro attività principali. Una o due scrofe anziane guidano il branco e stabiliscono le traiettorie di spostamento e le strategie di difesa. Se il branco ha
perso le scrofe anziane, può avere atteggiamenti anomali e riconoscibili sia dai grovigli che dalle modalità e dalle direttrici di fuga davanti ai cani. Ogni buon cacciatore di cinghiali dovrebbe
lasciare indenni le capobranco.
- Le scrofe anziane che si appartano per partorire picchiano duro. Ancor di più quelle che
hanno partorito da poco. Se hanno i piccoli non ancora in grado di camminare, picchiano in silenzio ed all’improvviso. Si ode solo il loro sfrascare impetuoso ed arrivano sul cane o sull’uomo per far
male. Se invece hanno i lattonzoli al seguito, le si riconosce anche dal caratteristico verso che a volte emettono. Le giovani fuggono abbandonando la prole, ma lo fanno anche le vecchie se capiscono
di non aver difesa dai cani, che cercano di portar via con delle strategia di fuga molto particolari. In
natura la sopravvivenza di una riproduttrice, soprattutto se giovane e sana, è più importante della sopravvivenza di una nidiata; è l’istinto di conservazione della specie che impone loro questo
comportamento. I lattonzoli abbandonati, se sanno già camminare, ma non possono seguire la madre, tendono a nascondersi confidando istintivamente nella loro flebile emanazione e nel loro
mimetismo.
- Se capita di agganciare le tracce di due verri che confluiscono verso lo stesso
branco, ed una si confonde tra le orme delle scrofe mentre l’altra si defila, senza dubbio c’è stato uno scontro, ed uno solo dei due (il vincitore) è rimasto con le femmine. Osservando bene si
noteranno le tipiche orme a punta in giù del verreggio, se le femmine sono state coperte.
- Se si volesse abbattere in modo selettivo un verro riunitosi con un branco di femmine da
preservare, occorre tener presente che ci sono delle tecniche da adottare. Il verro nella rimessa generalmente non si mescola con il branco, ma si mantiene un po’ distante. Ecco allora che il cane ha
due possibilità. O va a fermo direttamente sul branco o prima sul verro. Nella prima ipotesi (il conduttore deve saperla riconoscere dall’atteggiamento del cane) si metteranno
in movimento le scrofe senza eccessiva irruenza, in modo che restino compatte. Una volta che saranno passate indenni, sarà il turno del verro. Nella seconda ipotesi, invece, il modo di rompere la lestra e la traiettoria seguita nel fuggire daranno la conferma che è il verro che si
sta muovendo per primo.
- Se si sta lavorando con un equipaggio, se i cani si separano nell’abbaio a fermo
possono darci un’indicazione sulla disposizione degli animali nella rimessa. I verri di solito si posizionano “a latere”.
- I giovani maschi, usciti intorno all’anno dal branco, prima di trovare un anziano da seguire
hanno un modo tutto loro di comportarsi e di difendersi. Mentre l’anziano rompe la lestra di scatto e la sua traiettoria di fuga è lineare, decisa e diretta, l’altro mostra tutto il suo
disorientamento nel prendere la decisione giusta. Quando si arrocca per fronteggiare i cani non lo fa confidando nella sua forza, ma per paura. Durante la seguita la sua inesperienza lo
tradisce. Non è raro che dopo una prima fuga rapida e solitaria si fermi di nuovo nel primo rifugio che gli sembra sicuro, anche se poco distante. Se il posto che ha trovato è sufficientemente
intricato, serpeggia tra i rovi come un rosso isolato ed impaurito. I verri d’esperienza, che conoscono il fucile, talvolta fanno la stessa cosa, ma la loro forza e la loro abilità li
distingue.
- A volte dal branco nella lestra può staccarsi in fuga un solo animale. In questo caso, se la
sua traiettoria è tendente al rientro si tratta con buona probabilità di un rosso, verosimilmente femmina. Se invece serpeggia un po’ più largo, è probabile che sia sempre un rosso, ma maschio.
Non è raro che anche le femmine sub-adulte si stacchino isolate, ma in genere sono i maschi a farlo.
- Se la traccia seguita conduce da un verro con il suo scudiero, di solito parte prima
lo scudiero ed il vecchio arrocca. Può però anche accadere il contrario, cioè che il verro cerchi di sottrarsi alla volpina lasciando ai cani il suo scudiero.