Videoenciclopedia della caccia al cinghiale
Videoenciclopedia della caccia al cinghiale

I sistemi di allevamento

Ci limiteremo a passare solo alcuni semplici concetti,  utili soprattutto a chi volesse cimentarsi nella produzione  “in proprio” delle cucciolate.

 

Ogni canettiere dovrebbe tener ben presente che:

  • il cane bravo non garantisce  la generazione di figli bravi;
  • prima di  investire tempo, denaro e speranze sul prodotto  di una  cucciolata futura, ci si deve accertare che lo stesso  accoppiamento abbia già dato in precedenza buoni frutti;
  • nel procedere nella scelta di due riproduttori, va vagliata attentamene l’intera linea di ciascun odi essi e, soprattutto, il più probabile risultato della combinazione tra le due linee;  può accedere, infatti,  che accoppiando due soggetti, i quali solitamente danno prodotti eccellenti, ciascuno nel seno della propria linea di sangue, producano  poi una prole scadente nel momento in cui li si  incroci tra loro. 

 

Conoscere quali sono i sistemi di riproduzione solitamente usati dagli allevatori professionisti, può risultare utile. Vediamoli.

 

  • Hap-hazard. 

E’ il più diffuso tra i canettieri. Con questo metodo vengono posti in riproduzione i soggetti scelti in base ai loro “pregi” evidenti, come se  i fattori desiderati, derivanti dalla madre e dal padre, potessero trasmettersi   armonicamente ed automaticamente nella prole. 

In verità non è così e le sorprese, in termini di qualità e di percentuale di soggetti eventualmente “utili” ai fini venatori, possono rilevarsi deludenti.

Per l’applicazione di questo “sistema”, tra i soggetti utilizzati non deve esserci nessun grado di consanguineità. Ciò determina un aspetto positivo rappresentato dal fatto che questo metodo tende a rinforzare  vistosamente il vigore fisico della cucciolata.

 

  • In-breeding

E’ un metodo che combina gli accoppiamenti in consanguineità

ed è utilizzato  più frequentemente  dagli allevatori professionisti. 

E’ un sistema che può far nascere qualche perplessità, in quanto molti ritengono che generi soggetti deboli,  sterili  e con segni evidenti di degenerazioni fisiche e caratteriali. Ma questo è vero  solo nelle prime generazioni. A lungo andare gli individui sterili e deboli tendono a diminuire  spontaneamente e si arriva nel tempo a fissare i caratteri reputati interessanti.

Per lavorare con la consanguineità occorre avere molta competenza.

 

  • In-crossing

Anche questo metodo prevede accoppiamenti tra consanguinei. In questo caso  però, mantenendo un ceppo comune di consanguineità, si selezionano linee diverse  in base ai diversi fattori ritenuti interessanti.

Incrociando poi riproduttori appartenenti alle diverse linee, possono essere prodotti soggetti che assommano le caratteristiche desiderate.

Il lavoro   va perfezionato escludendo i nati che mostrano di aver sommato gli aspetti negativi.

 

  • Out-crossing.

E’ l’accoppiamento tra riproduttori provenienti da due linee selezionate in base a caratteri di riferimento, ma che non hanno nessun grado di consanguineità.

L’introduzione di nuovo sangue nella famiglia aumenta anche il vigore fisico nella prole.

Occorrerà escludere poi i nati  che mostrano di possedere fattori non desiderati. 

 

  • Line  briding

Questo sistema non fa altro  che porre in riproduzione soggetti in consanguineità come nell’in-briding,  ma con grado di parentela più lontano rispetto a quello previsto da quest’ultimo.

 

 

Autori:

  • Franco Serpentini

Collaborano:

Ghermire una vita, a qualsiasi specie animale appartenga, è sempre un atto di responsabilità estrema e, o lo si compie con bestiale inconsapevolezza, cosa che non ci rende uomini, o ci si interroga ed allora bisogna darsi risposte profonde.
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