Ci limiteremo a passare solo alcuni semplici concetti, utili soprattutto a chi volesse cimentarsi nella produzione “in proprio” delle cucciolate.
Ogni canettiere dovrebbe tener ben presente che:
Conoscere quali sono i sistemi di riproduzione solitamente usati dagli allevatori professionisti, può risultare utile. Vediamoli.
E’ il più diffuso tra i canettieri. Con questo metodo vengono posti in riproduzione i soggetti scelti in base ai loro “pregi” evidenti, come se i fattori desiderati, derivanti dalla madre e dal padre, potessero trasmettersi armonicamente ed automaticamente nella prole.
In verità non è così e le sorprese, in termini di qualità e di percentuale di soggetti eventualmente “utili” ai fini venatori, possono rilevarsi deludenti.
Per l’applicazione di questo “sistema”, tra i soggetti utilizzati non deve esserci nessun grado di consanguineità. Ciò determina un aspetto positivo rappresentato dal fatto che questo metodo tende a rinforzare vistosamente il vigore fisico della cucciolata.
E’ un metodo che combina gli accoppiamenti in consanguineità
ed è utilizzato più frequentemente dagli allevatori professionisti.
E’ un sistema che può far nascere qualche perplessità, in quanto molti ritengono che generi soggetti deboli, sterili e con segni evidenti di degenerazioni fisiche e caratteriali. Ma questo è vero solo nelle prime generazioni. A lungo andare gli individui sterili e deboli tendono a diminuire spontaneamente e si arriva nel tempo a fissare i caratteri reputati interessanti.
Per lavorare con la consanguineità occorre avere molta competenza.
Anche questo metodo prevede accoppiamenti tra consanguinei. In questo caso però, mantenendo un ceppo comune di consanguineità, si selezionano linee diverse in base ai diversi fattori ritenuti interessanti.
Incrociando poi riproduttori appartenenti alle diverse linee, possono essere prodotti soggetti che assommano le caratteristiche desiderate.
Il lavoro va perfezionato escludendo i nati che mostrano di aver sommato gli aspetti negativi.
E’ l’accoppiamento tra riproduttori provenienti da due linee selezionate in base a caratteri di riferimento, ma che non hanno nessun grado di consanguineità.
L’introduzione di nuovo sangue nella famiglia aumenta anche il vigore fisico nella prole.
Occorrerà escludere poi i nati che mostrano di possedere fattori non desiderati.
Questo sistema non fa altro che porre in riproduzione soggetti in consanguineità come nell’in-briding, ma con grado di parentela più lontano rispetto a quello previsto da quest’ultimo.